Quando parliamo di “amore platonico”, pensiamo subito a qualcosa di astratto, puro, quasi… irraggiungibile. Ma se ti dicessi che l’idea platonica dell’amore è molto più intensa e trasformativa di quanto sembri?
Platone non voleva raffreddare l’amore, voleva portarlo a un livello più alto, dove il desiderio non finisce nel possesso, ma si trasforma in evoluzione.
Dal Simposio con amore
Nel Simposio, uno dei suoi dialoghi più belli, Platone mette in scena una cena tra amici e filosofi – tra cui Socrate – che discutono su cos’è l’amore. E qui emerge una delle sue visioni più affascinanti: l’Eros come forza che ci spinge a cercare la bellezza e la verità.
Per Platone, l’amore non si ferma mai. È un moto continuo, un’ascesa che inizia dal corpo e arriva fino all’idea del Bello.
I 5 gradini dell’amore, secondo Platone
Socrate racconta una “scala dell’amore” (spiegata dalla sacerdotessa Diotima) che ogni anima può percorrere:
- Attrazione per un corpo bello
Il primo slancio, il desiderio fisico. Naturale, potente, ma non definitivo. - Amore per tutti i corpi belli
Si inizia a capire che la bellezza non è solo in quella persona. - Amore per le anime belle
Il corpo lascia il posto al carattere, alla mente, alla profondità. - Amore per le leggi, le idee, la conoscenza
L’amore diventa desiderio di saggezza, di giustizia, di armonia. - Contemplazione del Bello in sé
L’apice: amare non per avere, ma per partecipare a qualcosa di eterno.
L’amore che eleva
Platone non dice che l’amore fisico sia sbagliato, ma che non deve fermarsi lì. Il vero amore è quello che ci spinge a diventare migliori, a cercare la verità, a innamorarci della bellezza in ogni sua forma.
È un amore che non consuma, ma trasforma. Che non chiede: “Cosa posso ottenere da te?”, ma “Cosa possiamo diventare insieme?”.
Platone e noi, oggi
Viviamo in un’epoca dove l’amore è spesso associato al possesso, al bisogno, al “chi mi manca”. Ma Platone ci invita a cambiare prospettiva: e se l’amore non fosse qualcosa da colmare, ma una spinta verso l’alto?
Un invito a crescere, a cercare il Bello nel mondo, nelle persone, nelle idee.
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