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Il Dilemma del Libero Arbitrio: siamo davvero padroni delle nostre scelte?

La storia di Luca e il Caffè

Luca entra in un bar e il barista gli chiede: “Cosa desideri?”. Lui esita per un attimo, poi risponde: “Un caffè, grazie”. Un’azione semplice, quasi automatica. Ma ecco la domanda: Luca ha davvero scelto liberamente di prendere quel caffè o la sua decisione era già scritta nel suo cervello?

Destino o Scelta? Il problema del Libero Arbitrio

Il libero arbitrio è uno dei problemi più antichi e affascinanti della filosofia. Da una parte, siamo convinti di poter decidere cosa fare: scegliamo che lavoro svolgere, quale musica ascoltare e persino se rispondere o meno a un messaggio. Dall’altra, alcune teorie scientifiche e filosofiche suggeriscono che ogni nostra azione sia determinata da fattori che sfuggono al nostro controllo.

Tre visioni filosofiche sul Libero Arbitrio

Determinismo (Spinoza, Laplace)

Secondo il determinismo, ogni evento – comprese le nostre decisioni – è il risultato inevitabile di cause precedenti. Il nostro cervello, fatto di materia, risponde a leggi fisiche esattamente come una palla da biliardo segue le leggi del moto. Se avessimo informazioni perfette su ogni particella dell’universo, potremmo prevedere ogni azione futura. In questo caso, la scelta di Luca per il caffè era inevitabile: il risultato di un processo chimico e biologico dentro di lui.

Libertà Assoluta (Sartre, Kant)

Al contrario, per pensatori come Jean-Paul Sartre e Immanuel Kant, il libero arbitrio è il cuore dell’essere umano. Sartre afferma che “l’uomo è condannato a essere libero”: ogni scelta che facciamo, anche la più banale, è una manifestazione della nostra responsabilità e della nostra libertà. Secondo Kant, esiste una distinzione tra il mondo della natura (determinato da leggi fisiche) e il mondo della ragione, che ci permette di scegliere al di là delle cause materiali.

Compatibilismo (Hume, Dennett)

Una via di mezzo è proposta dal compatibilismo, che cerca di conciliare determinismo e libertà. Pensatori come David Hume e Daniel Dennett sostengono che, anche se le nostre azioni sono determinate da cause precedenti, possiamo comunque dire di essere “liberi” se le nostre scelte sono in linea con i nostri desideri e motivazioni. Se Luca ha ordinato il caffè perché lo voleva e non perché qualcuno lo ha costretto, possiamo considerarlo una scelta libera.

Cosa significa per noi?

Se il libero arbitrio non esiste, ha senso punire o premiare qualcuno per le sue azioni? Se invece siamo veramente liberi, fino a che punto possiamo controllare le nostre inclinazioni e i nostri istinti?

Alla fine, forse la libertà non è scegliere in modo assoluto, ma avere la sensazione di poterlo fare. Quindi, la prossima volta che ordinerai un caffè, chiediti: lo sto davvero scegliendo io o è il mio cervello che ha già deciso per me?

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