Yayoi Kusama è una delle artiste viventi più iconiche e visionarie del nostro tempo. Nata nel 1929 a Matsumoto, in Giappone, Kusama è celebre per i suoi pois psichedelici, le sue stanze specchiate infinite e le sue installazioni immersive che sembrano catapultarci in un sogno. Ma dietro i colori vivaci e la popolarità planetaria si nasconde una storia di dolore, follia e resilienza straordinaria.
Dalla sofferenza alla rivoluzione artistica
Fin da bambina, Kusama soffre di allucinazioni visive e uditive, spesso descritte da lei stessa come “pattern che si estendono all’infinito”.
La pittura diventa il suo modo di esprimere e controllare il caos interiore. I pois, che diventeranno la sua firma, nascono proprio da queste visioni. Li chiama “netti oblò dell’autodistruzione” e li dipinge ovunque: su tele, oggetti, vestiti, stanze… persino sul suo stesso corpo.
New York, gli happening e la Pop Art
Negli anni ’50, sfidando la sua famiglia e la rigida società giapponese, Kusama si trasferisce a New York, dove trova un ambiente artisticamente fertile ma profondamente maschilista.
Qui partecipa alla scena avant-garde e si impone con:
- Happening pubblici in cui dipinge corpi nudi con pois (in piena epoca hippie),
- Installazioni ambientali pionieristiche,
- Performance contro la guerra in Vietnam.
Le sue opere anticipano o dialogano con quelle di Andy Warhol, Claes Oldenburg, Joseph Cornell, ma per anni non le viene riconosciuto il giusto credito.
Il ritorno in Giappone e la scelta radicale
Nel 1973, Kusama torna in Giappone e, devastata dalla depressione e dall’isolamento, si ricovera volontariamente in un ospedale psichiatrico. Da allora, vive lì stabilmente…
…eppure continua a lavorare ogni giorno nel suo studio di fronte alla clinica.
La sua arte diventa terapia, ossessione e missione.
Infinity Rooms e fama planetaria
Negli anni 2000, Kusama viene finalmente riscoperta e celebrata in tutto il mondo. Le sue famose “Infinity Mirror Rooms” attirano folle ovunque vadano.
Si tratta di stanze completamente rivestite di specchi, luci e pois, che creano un effetto ottico infinito. Entrarci significa perdere il senso del tempo e dello spazio, come in una meditazione visiva.
Le sue opere parlano di:
- Infinito,
- Ripetizione,
- Sparizione dell’identità,
- Connessione tra individuo e cosmo.
Curiosità su Kusama
- Firma i suoi lavori come “la sacerdotessa dei pois”.
- Indossa solo abiti a pois, sempre rossi o neri con il suo iconico caschetto fiammeggiante.
- Ha collaborato con Louis Vuitton, portando la sua arte nel mondo della moda.
- La sua mostra itinerante “Infinity Mirrors” ha registrato code di ore e biglietti esauriti in tutto il mondo.
Un’icona pop e spirituale
Kusama è diventata un’icona globale, amata da milioni di persone, anche tra chi solitamente “non frequenta i musei”.
Ma più che una star, Kusama è una sopravvissuta. Una donna che ha trasformato la fragilità mentale in forza creativa, e che ci ricorda che l’arte può essere rifugio, ribellione e rivelazione.
Dove vedere le sue opere
- Yayoi Kusama Museum, Tokyo
- The Broad Museum, Los Angeles
- Tate Modern, Londra
- M+ Museum, Hong Kong
- Mostre itineranti in tutto il mondo
Concludiamo con una citazione dell’artista:
“Se non avessi la mia arte, sarei già morta da molto tempo.”
— Yayoi Kusama
Commento all'articolo